CASTELLO DI BERLINO – HUMBOLDT FORUM
Progetto di concorso 2008: Franco Stella collaboratore: Michelangelo Zucchini (progetto vincitore)
Gruppo di progettazione e direzione lavori: Franco Stella Humboldt-Forum PG (Franco Stella Architetto, Hilmer & Sattler und Albrecht, Baumanagement Berlin)
Costruzione 2012-2020
Un maestro di storia urbana
Il Castello di Berlino (Berliner Schloss), nato nel 1443 come residenza dei principi del Brandeburgo, fu parzialmente trasformato all'inizio del 18° secolo nel palazzo barocco di quelli stessi sovrani, diventati nel 1701 re di Prussia, e nel 1871 anche imperatori tedeschi. Danneggiato dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, venne infine raso al suolo per ragioni ideologiche nel 1950 dai detentori del potere politico della DDR. L’area ‘liberata‘ dal Castello, dapprima utilizzata come ‘piazza rossa’ di Berlino, dal 1975 fu parzialmente ‘occupata’ dal Palazzo della Repubblica, rimasto in funzione fino alla caduta della DDR, e infine raso al suolo vent’anni dopo.
Le facciate barocche del Castello, ora ricostruite, rivelano la sua primogenitura nel contesto urbano, e suggeriscono che esso è stato il riferimento dei principali luoghi e edifici – tuttora esistenti ancorché spesso ricostruiti – del Centro storico monumentale di Berlino: in particolare dell’asse trionfale Unter den Linden, che a partire dal Castello arriva alla Porta di Brandeburgo, o dell’Isola dei Musei, nata e cresciuta nel suo giardino di delizie. Nella ‘città di rappresentanza’ dei sovrani prussiani, di cui era stato regista, il Castello ritorna come maestro di storia urbana.
Una combinazione di Antico ricostruito e Moderno di nuova costruzione.
Il nuovo Castello di Berlino (Berliner Schloss – Humboldt Forum)– destinato a essere "luogo d’incontro con le culture del mondo", dedicato ai fratelli Humboldt– è un edificio barocco e moderno, concepito unitariamente.
Si presenta come un insieme di luoghi compiuti, fatti di Antico ricostruito e Moderno di nuova costruzione: il primo è rappresentato dalla parte del Castello ridisegnata a fine Seicento/inizio del Settecento da Schlüter e Eosander – un “capolavoro del Barocco europeo”, per citare a memoria il giudizio di Schinkel – e dalla cupola ottocentesca di Stüler; il secondo da un’aggiunta moderna, intesa come completamento di un possibile edificio ideale, a partire da quello reale. A meno dello stile, sembra quasi che Antico e Nuovo stiano da sempre assieme, parti necessarie di uno stesso fatto tipologico e urbano.
La ricostruzione, decisa dal Parlamento tedesco nel 2002 e confermata dal programma del Concorso del 2008, riguarda la stereometria del palazzo barocco, e le sue facciate rivolte verso la città e il cortile orientale, e la sola stereometria della cupola; in aggiunta, per decisione del mio progetto, sono stati ricostruiti anche androni e facciate interne dei tre portali della corte occidentale (Eosanderhof) e la facciata della cupola.
La nuova costruzione consiste in cinque nuovi corpi di fabbrica: uno all’esterno, nell’area delle fabbriche tardo gotiche e rinascimentali del Castello, gli altri quattro nell’area dell’Eosanderhof.
Palazzo, Porta di Città, Piazza e Teatro sono i luoghi universalmente noti e riconoscibili che ispirano l’architettura di Antico e Nuovo: sia all’esterno, quella dell’edificio, sia all’interno, quella delle sue tre corti.
Un palazzo con cinque portali-porta di città e tre corti-piazza
Il nuovo corpo di fabbrica, rivolto verso la Sprea, è inteso come ‘quarta ala’ dell’edificio ricostruito, portando a compimento l’originaria idea di Schlüter di trasformare il Castello in un palazzo unitario, sull’esempio di quelli italiani del Rinascimento e Barocco. La sua misura e figura sono analoghe a quella delle tre ali ricostruite: per la straordinaria ampiezza e profondità delle aperture finestrate, il fronte sulla Sprea si presenta come una ‘facciata di logge’, che suggerisce il carattere pubblico dell’edificio.
I quattro nuovi corpi interni, disposti in rapporto con tre portali ricostruiti valgono a completare lo Schlüterhof come piazza-teatro, nel senso auspicato da Schlüter, e a conformare due nuovi cortili-piazza: lo Schloss-Passage e il Großes Foyer. Il primo ricorda un antico Foro con una ‘via colonnata’ che congiunge i due portali dell’originario ingresso e uscita del Castello; il secondo, una sala cubica con lato di 30 metri, evoca il Teatro: con una ’fronte-di scena’ rappresentata dal portale disegnato da Eosander ad imitazione di archi di trionfo antico-romani, e con i ‘palchi per gli spettatori’ rappresentati da moderni loggiati disposti sugli altri tre lati. Il ‘linguaggio’ del Nuovo è un segno decisivo dell’identità di ciascun luogo.
Riassuntivamente, il nuovo Castello di Berlino si può descrivere come una ‘città in forma di palazzo’, pensata per tre milioni di visitatori l’anno e per la vita quotidiana di migliaia di berlinesi. Attraverso i suoi portali sempre aperti, le piazze esterne si saldano con i cortili interni in un singolare, grande spazio pubblico nel cuore di Berlino.
La facciata di muri e colonne
La facciata, sia l’antica che la moderna, presenta spesso la combinazione di muro e colonne, con compiti distinti: il muro per la costruzione vera e propria, le colonne per l’ornamento, quell’ornamento che nella tradizione classica vale a conferire dignità all’edificio e decoro alla città.
Il ‘muro’ è una costruzione a tre strati: una parete portante di cemento armato, uno strato di isolamento termico e la parete esterna. Quest’ultima, nel caso della ‘facciata ‘barocca’ è un muro di mattoni autoportante dello spessore medio di 65 cm; nel caso della ‘facciata moderna’ è un insieme di grandi lastre prefabbricate, fatte di cemento armato mescolato con pietra arenaria.
Le colonne e gli architravi: quelli ricostruiti presentano un’addizione di pezzi di pietra naturale uguali a quelli originali; quelli ‘moderni’ sono monoliti prefabbricati, della stessa materia delle retrostanti pareti.
Le pietre scolpite
Alcune pietre sono state restaurate, conservando la loro attuale condizione di frammento; altre, la maggior parte, ricostruite nella loro originaria compiutezza.
Le pietre restaurate sono figure variamente mutilate, annerite da una non più rimovibile patina del tempo: alcune sono ritornate dov’erano, quasi ‘reliquie’ del perduto Originale; altre, troppo vulnerabili per ritornare all’esterno, sono ora esposte in appositi spazi interni.
Le pietre ricostruite, ovvero quasi tutte quelle che si trovano all’aperto, presentano la stessa compiutezza di forma e materia di quelle originali. Alcune, quali statue o altorilievi, sono pezzi unici, rifatti dalla mano di uno scultore; le altre – quali fregi, cornici, capitelli o balaustre – sono i tremila pezzi fatti a macchina, a partire da oltre trecento modelli prima di creta e poi di gesso, infine singolarmente rifiniti dalla mano dello scalpellino.
Gli spazi interni
Gli spazi interni sono stati ridisegnati e modernamente attrezzati in funzione del loro nuovo scopo; la disposizione di pilastri e travi è attenta a non pregiudicare la possibilità di ricostruire in futuro ambienti di particolare valore storico-artistico.
La superfice utile complessiva è di 42000 mq.
Nel piano terreno si trovano luoghi di interesse pubblico generale: la sala dell’ingresso e delle scale, il Großes Foyer, sale per spettacoli, riunioni e mostre temporanee, la sala delle sculture, bookshop, ristoranti e caffè; nel primo piano: le sale espositive di uno speciale Museo della città di Berlino e dell’Università Humboldt; nel secondo e il terzo piano: il Museo Etnologico e il Museo dell’Arte Asiatica, laboratori di ricerca e restauro.
Il piano sotterraneo si estende a tutto il lotto edificato: in una sua porzione di circa 1500 mq., di pubblico accesso, si trovano i resti delle cantine del Castello; l’area restante e tutta quella del piano sottotetto, per una superfice complessiva di oltre 16000 mq, è destinata agli impianti tecnici.
Sopra il piano di copertura, in continuità con il sottostante ‘cubo-nord’, si eleva il padiglione di un caffè-ristorante, circondato da una terrazza con bellavista sulla città.